Quel Subcomandante Marcos è Leuccio Rizzo nato a Galatina (Lecce)
LECCE - Quando un amico se l’è ritrovato sulla pagina Web di un quotidiano nazionale, per poco non gli è venuto un colpo. E in un baleno la notizia ha fatto il giro della città, movimentando - e non poco - una tranquilla domenica galatinese, appena scossa dal voto per le Comunali e le Regionali. Non certo movimentata, beninteso, come potrebbe esserlo in seguito ad una rapida incursione della guerriglia zapatista per l'indipendenza della regione messicana del Chiapas.

E che ha a che fare Galatina con il Chiapas? Fino a qualche giorno fa, poco o nulla. Ora, però, due realtà sociali così distinte e distanti sono un po' più vicine. Perché nella foto del leggendario Subcomandante Marcos, il leader indiscusso della revolution mexicana, che nel fine settimana ha percorso il pianeta in lungo e in largo, in tanti hanno riconosciuto le fattezze di tal Leuccio Rizzo, galatinese doc, trapiantato da qualche anno al di là dell'Oceano. Potrebbe sembrare un pesce d'aprile e, invece, non lo è. Quello che sarebbe (il condizionale è più che d'obbligo) il viso di Marcos, per la prima volta ritratto senza passamontagna nero, è stato pubblicato dal quotidiano messicano «La Reforma». E appena sotto l’immagine, un titolo da brivido: «Desencapuchan al Sub Marcos», ovvero «Smascherato il Sub Marcos».

Subcomandante Marcos - La pagina del giornale messicano Reforma
La notizia, poi, è stata inevitabilmente ripresa dai giornali di tutto il mondo, compresi quelli italiani. Peccato che la persona con berretto bianco e barba incolta, ritratta in foto, altri non sarebbe che Rizzo, per gli amici semplicemente Leuccio. Fino a qualche anno fa era impiegato in un'azienda di Parma; poi, però, era rientrato a Galatina (proprio nel Salento vive la sua famiglia), prima di decidere di trasferirsi in Messico, dove collabora con una Organizzazione non governativa. «Ma lo fa a scopi pacifici e umanitari», rivela Sandra Antonica, ex sindaco di Galatina, «e sicuramente non ha nulla a che fare con la lotta armata. Leuccio è un mio caro amico e con lui ci sentiamo spesso».

Trovandosi in una zona un po' impervia del Chiapas, le comunicazioni non sono delle più agevoli: pare si riesca a parlare con lui solo a tarda sera, via chat o e-mail e, quando possibile, tramite Skype.

La foto pubblicata dalla stampa ha ovviamente allarmato amici e parenti di Rizzo. Sono stati loro a contattare immediatamente la Farnesina, sede del Ministero degli Esteri italiano, per chiarire quello che non può che essere un grossolano scambio di persona. Ma rassicurazioni sarebbero giunte anche dal diretto interessato. «Lui è assolutamente tranquillo », spiega uno degli amici più cari, che ha già prenotato un volo per raggiungerlo la prossima settimana. «Anzi, ormai ci scherza anche su», aggiunge.

«Circa un mese fa, è tornato a Galatina per raccogliere fondi finalizzati alla costruzione di una scuola in Messico. E' un ragazzo d'oro, disponibile, altruista. E, comunque, stando lì da appena un paio d'anni, come si può pensare che sia davvero lui il subcomandante Marcos?» L'equivoco sarebbe nato dal fatto che, comunque, per conto della Organizzazione con cui collabora, Leuccio frequenterebbe spesso alcuni villaggi autogestiti dagli zapatisti.

«Infatti», assicura chi gli ha parlato negli ultimi giorni, «ci ha detto che indossa quel berretto quando si mette a pitturare le pareti di qualche edificio realizzato anche grazie al suo impegno». «Quando la maschera sarà sparita, sparirà anche Marcos», avrebbe detto di sé, tempo fa, il Che Guevara messicano. Ma che la vicenda potesse, in qualche modo, coinvolgere Galatina, probabilmente non avrebbe potuto neppure lontanamente immaginarlo.
di FABIO CASILLI